Noi lo conosciamo da un po’ e lo seguiamo da sempre, spesso non senza invidia. Per quelli tra voi Cyclanders che ancora non lo conoscono, oggi vi presentiamo Pietro Franzese, cicloviaggiatore e youtuber di professione.
In questa intervista Pietro ci parla un po’ di sé, dei suoi viaggi e soprattutto della sua ultima avventura: un coast to coast negli Stati Uniti nato dalla passione per il viaggio e la bicicletta e trasformatosi immediatamente in progetto di raccolta fondi per una causa che ci sta particolarmente a cuore: la salvaguardia dell’ambiente.
Pronti a sognare un po’? Buona lettura!
Come è nata la tua passione per la bicicletta?
È nata un po’ per caso, visto che non ho nessuno in famiglia che abbia mai praticato questo sport. Un giorno, mentre ero alle superiori, ho deciso di andare a scuola in bicicletta anziché in autobus. All’epoca ero sovrappeso e ho pensato che mi sarebbe stato utile, ma non solo.
Andando in bici potevo organizzarmi su quando arrivare a scuola (visto che con il pullman tra traffico e ritardi era sempre un terno al lotto) e vedere una ragazza che mi piaceva prima dell’inizio delle lezioni, anche se poi non è andata tanto bene, visto che ho ricevuto il classico due di picche, ma la passione per la bicicletta è rimasta!
Da allora uso la bici per andare ovunque e quando mi sono trasferito a Milano ho deciso di non utilizzare più la macchina per spostarmi. Una scelta della quale sono felice e che mi ha cambiato la vita.
Come scegli e come organizzi i tuoi viaggi?
Dipende da diversi aspetti. Uno su tutti è il tempo che ho a disposizione, poi la stagione e il tipo di percorso. Decise queste tre cose prima guardo bene la traccia utilizzando Komoot e poi scelgo per bene l’attrezzatura da portare con me.
Dopo tanti anni in sella viaggiando per l’Europa so già di default cosa può essermi utile e che cosa no: questa è una cosa che viene naturalmente con il tempo e l’esperienza. Se ripenso ai primi viaggi invece era un vero caos: mi portavo dietro la casa. Poco a poco però penso di avere trovato la quadra!
Sei appena tornato da un coast to coast negli Stati Uniti con lo scopo di sensibilizzare sull’uso della plastica. Ci parli di come è nato il progetto e come è andato il viaggio?
Sia io che Emiliano Fava, il mio compagno di viaggio della scorsa estate, siamo arrivati a Capo Nord in bicicletta. Lui da Santa Maria di Leuca e io da Milano in scatto fisso. Entrambi avevamo ancora voglia di viaggiare, così lui mi ha proposto di attraversare gli Stati Uniti coast to coast e io ho accettato subito!
Abbiamo deciso di connettere a questo viaggio negli USA una raccolta fondi per la ONLUS italiana Plastic Free, visto che gli States sono uno dei più grandi utilizzatori al mondo di plastica monouso. Durante il viaggio abbiamo raccontato il rapporto degli americani con questo materiale.
Il viaggio è stata una sfida sia fisica che mentale: 6.000 chilometri non sono pochi da percorrere in 45 tappe, ma oltre a questo si è aggiunta la fatica spesa per documentare tutto quello che ci succedeva praticamente 24 ore su 24, quindi anche dal punto di vista della tenuta mentale non è stato semplice.
Viaggiare in due poi non è come quando si è da soli ed è possibile decidere le proprie tempistiche, dove e quando fermarsi a dormire o a mangiare, ma ce l’abbiamo fatta e soprattutto, nonostante siamo stati a stretto contatto per più di 64 giorni di seguito, non abbiamo mai litigato!
Quanto avete raccolto?
Dagli ultimi dati abbiamo superato i 1.700 euro, che andranno interamente donati a Plastic Free senza che da noi passi un singolo centesimo. Secondo i dati della ONLUS serviranno ai volontari a rimuovere più di 1.700 Kg di plastica dall’ambiente a beneficio di tutti noi! Una bella vittoria per l’ambiente, no?
Sì, sicuramente un ottimo risultato e una magnifica notizia per tutti quanti noi! Tornando al momento pre partenza: come hai scelto il set up per il viaggio?
Questa è stata una cosa che non mi ha fatto dormire la notte nelle settimane prima di partire. Ho deciso alla fine di usare un set up ibrido con borse da bike packing, ma anche pannier laterali, che mi sono stati utilissimi!
Ho scelto questo sistema perché rispetto ad un viaggio classico, non avrei dovuto affrontare percorsi sterrati, ma semplice asfalto e quindi avere solo borse da bike packing sarebbe stato abbastanza inutile, oltre a diminuire la mia capacità complessiva, che mi avrebbe portato ad avere a disposizione meno attrezzatura.
Vista poi la grande differenza di temperature che abbiamo trovato, passando dai -8° in California a Gennaio ai +32° in Florida a fine viaggio, direi che ho fatto bene ad avere tanta attrezzatura diversa ed utilissima allo scopo.
Quali sono le principali differenze tra pedalare in Europa e negli Stati Uniti?
Per tanti versi trovo l’Europa molto più variegata. Negli Stati Uniti i tipi di cibo o di supermercati, ad esempio, sono uguali dalla California alla Florida, sebbene i due stati distino circa 4.000 km l’uno dall’altro. Anche i panorami sono stati abbastanza simili per centinaia e centinaia di chilometri, mentre in Europa è facile cambiare paesaggio ogni 50 chilometri, o anche meno.
Mi aspettavo minor sicurezza in generale in strada, ma è stata una piacevole scoperta vedere che anche gli automobilisti statunitensi sono molto rispettosi nei confronti dei ciclisti, un po’ come in Germania o nel Nord Europa.
Per il resto stiamo comunque parlando di un paese molto “occidentale” e per tanti aspetti simile all’Europa, dove non mancano di certo le differenze culturali.
Il prossimo viaggio?
Mi piacerebbe esplorare un nuovo continente, chissà potrebbe essere l’Asia, ma ancora non so. Di sicuro per un po’ voglio godermi le bellezze che abbiamo nel nostro paese e i percorsi in bicicletta in Italia perché dopo esserci stato, posso affermarlo con certezza: l’America è qui da noi.
E il tuo prossimo viaggio quale sarà? Se hai bisogno di un pizzico di ispirazione, su cyclando.com trovi centinaia di itinerari in tutta Europa. Ti basta scegliere quello che fa per te e partire per un viaggio che farà bene a te e anche all’ambiente. In più, per ogni viaggio venduto piantiamo un albero: click and ride!