Se ci segui da un po’, sai della nostra passione per il mondo delle illustrazioni in bicicletta, che oggi ci porta ad aggiungere all’elenco degli artisti imperdibili un nome che ci ha catturati fin dal primo momento e che abbiamo amato ancora di più dopo averlo conosciuto.
L’articolo di oggi è infatti frutto di un incontro avvincente con un’anima creativa davvero speciale: Clod Illustrateur, eclettico illustratore francese con un debole per la bicicletta, intesa come mezzo di trasporto e strumento di libertà, di creatività. In questa intervista esclusiva ci immergeremo nel poetico mondo di Clod, scoprendo come bici e arte si intrecciano per ispirare le sue opere dal carattere unico, capaci di trasportare dai ponti parigini fin sulla luna.
Preparati ad esplorare le strade meno battute della mente di un artista che disegna una quotidianità spensierata e multicolore, spinto dall’energia travolgente della bicicletta e dalla magia dell’illustrazione.
Cosa rappresenta per te la bicicletta?
Il mio rapporto con la bicicletta non è di tipo sportivo, pratico, ecologico, economico, né tanto meno militante. La bici per me rappresenta uno stile di vita poetico e sentimentale, con un pizzico di nostalgia.
Ci sono cresciuto su una bicicletta. Ricordo perfettamente il giorno in cui sono riuscito a pedalare per la prima volta senza le ruotine: che gioia immensa! La sensazione di libertà ed equilibrio che ho provato in quel momento non mi hanno mai più abbandonato. Ancora oggi, quando salgo su una bici, ritrovo la mia infanzia. In sella, torno ad essere il ragazzino spensierato di una volta, con la felicità a tracolla e la vita davanti a sé.
Da dove trai ispirazione per le tue illustrazioni?
Osservo parecchio il mondo che mi circonda. Sono particolarmente sensibile ai colori, alle forme, alle consistenze, alle scritte e in generale ad ogni tipo di immagine che incrocia il mio sguardo. Fotografo molto e appena posso riproduco le immagini sul mio quaderno da disegno. L’ispirazione per me è ovunque e mi tende le braccia in ogni momento.
Ho sicuramente dei soggetti preferiti, come la bicicletta, la natura, lo star bene, il vintage. Mi interesso inoltre ai motivi nelle arti grafiche della Grecia antica e nelle arti islamiche. Divoro tutte queste cose, le digerisco e le rielaboro nelle mie illustrazioni.
Come definiresti il tuo stile?
Per me lo stile non è una questione estetica, ma è ciò che emerge dal lavoro di un illustratore. È piuttosto difficile definire uno stile, direi che il mio è fresco ed entusiasta. Cerco di trasmettere gioia.
Nel mio lavoro c’è una sorta di ingenuità consapevole. Mi piace pensare che siano gli ingenui a cambiare il mondo, piuttosto che i cinici. Ciò a cui aspiro è regalare trenta secondi di felicità a chiunque si fermi a guardare una dei miei disegni e quando questo accade, sono il più felice degli illustratori.
Come nasce il connubio tra bici e illustrazione?
Per anni bici e illustrazione hanno seguito percorsi differenti nella mia vita, senza mai incontrarsi. Vivevo queste due passioni in modo separato e non vedevo il legame tra le due. Sono convinto che si possa trattare correttamente un argomento solo quando lo si conosce da vicino, quando lo si vive davvero. Così mi è apparso chiaramente: posso parlare della bicicletta perché è qualcosa di profondamente radicato in me, da sempre. È così che ho deciso di realizzare la mia prima illustrazione sulla bici.
È uscito da poco il tuo primo libro "50 Bonnes Raisons de Faire du Vélo", ci racconteresti come è nato il progetto?
Nel settembre 2021, in occasione di un incontro a tema bici a cui ero stato invitato, ho conosciuto Stein van Oosteren, che potremmo chiamare il Signor Bicicletta in Francia. Durante quella nostra prima chiacchierata, ci è venuta l’idea di sviluppare un progetto insieme e un mese e mezzo più tardi avevo già pronti tutti i disegni per 50 bonnes raisons de faire du vélo (purtroppo non ancora tradotto in italiano, ma siamo fiduciosi!).
Dopo aver notato il progetto sul mio canale Instagram, la casa editrice Makisapa ci ha proposto la pubblicazione.
Qual è il rapporto della gente con la bicicletta a Parigi, dove vivi, e più in generale in Francia?
I francesi hanno vissuto una splendida storia d’amore con la bicicletta all’inizio del ventesimo secolo. Ma la Francia è anche un grande costruttore di automobili e possiamo dire che l’auto, fino a qualche anno fa, ha occupato tutto lo spazio disponibile nelle nostre città, che del resto sono state costruite proprio per questi mezzi.
Da un po’ di tempo però a Parigi e in tutta la Francia assistiamo a una grande rivoluzione: l’uso della bicicletta si sta diffondendo in modo sorprendente. Ciò ha portato evidenti tensioni tra ciclisti, automobilisti e scooteristi. Se poi aggiungiamo pedoni e passeggini, è chiaro che bisogna trovare un modo per condividere lo spazio, ma in pochi sono disposti a fare concessioni, convinti ognuno di avere la ragione dalla sua.
Siamo nel bel mezzo di un periodo di transizione complicato, ma sono convinto che presto la situazione finirà per calmarsi. Per forza di cose la bicicletta diventerà il mezzo di trasporto ideale in città e tutti si renderanno presto conto di quanto questo migliorerà le vite di tutti.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
I prossimi mesi saranno dedicati alla promozione del libro: ci saranno sessioni di dediche, interventi e mostre un po’ dappertutto in Francia. Parallelamente continuerò a lavorare ai miei progetti su commissione e al mio blog, dove da diversi anni condivido le mie riflessioni sul mestiere di illustratore e che un giorno mi piacerebbe trasformare in un libro.
Con questa intervista speriamo di averti dato la giusta ispirazione per le tue prossime pedalate!
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